La filosofia del kintsugi è strettamente collegata all'idea di wabi-sabi, cioè celebrare la bellezza dell'imperfezione e della transitorietà. La storia del Kintsugi risale al XV secolo, quando si cercava di trovare un modo per prolungare la vita di recipienti danneggiati e, quindi, inutilizzabili. Grazie a quest'arte si voleva anche rendere omaggio agli artisti e agli artigiani che avevano creato tali oggetti di ceramica e porcellana.
Il Kintsugi è spesso utilizzato anche in psicologia come metafora di resilienza e crescita personale, poiché il processo di riparazione degli oggetti rotti richiede pazienza, abilità e un apprezzamento per la bellezza dell'imperfezione. Tale tecnica è anche un'ottima opportunità per rispettare l'ambiente, diventando più sostenibili e riducendo la produzione di rifiuti.
Di solito, il kintsugi originale richiede molto tempo, infatti per riparare un singolo oggetto servono diversi mesi. L'artista prima pulisce tutti i frammenti, li macina a lungo e li incolla molto lentamente in modo che il risultato sia perfetto, come se l'oggetto in questione sia stato prodotto in quel modo. Per questo, le nostre istruzioni sono un'imitazione di questa tecnica, con tempi più brevi, ma comunque efficaci. Tuttavia, se ti piace la tecnica, puoi dare un'occhiata ad altre fonti straniere che troverai alla fine dell'articolo.
È possibile acquistare il kit per il Kintsugi originale in alcuni e-shop stranieri, ma in questo articolo troverai le istruzioni per realizzarlo a casa grazie a semplici strumenti che puoi trovare nei negozi di pittura.
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